L'ATELIER CHE NON C'E'... di Michele Battistella

giovedì 31 maggio 2012

Targhetta

Targhetta di rame incisia a cesello per un'altalena donata dall'associazione culturale Piccolo Cantiere delle Arti Varie a Vedano Olona (Parco Spech)





Nella foto (di Francesco Ferrari) 
il presidente dell'associazione Pasquale Bevilacqua 
insegna al sindaco di Vedano come si usano le forbici.

martedì 29 maggio 2012

mercoledì 9 maggio 2012

LAVORI IN CORSO... Il mio tormento e la mia estasi!

Yale: Tu ti credi Dio!
Isaac: Beh a qualche modello dovrò pure ispirarmi!
(Manhattan, Woody Allen)


Affascinato da sempre dall'intensità del non finito di Michelangelo, è da molto tempo che penso ad un'opera che lasci intravvedere quella forza nel rame.
Ora, non vorrei essere troppo tecnico, ma... E 'STI CAZZI!

Va bè, intanto ho incominciato con lo studiare soprattutto i Prigioni ma anche il giorno e il crepuscolo delle tombe Medicee, il San Matteo e la Pietà Bandini.
Qualche schizzo senza pretese... poi un disegno al vero per avere una mezza idea di cosa si potesse fare... e poi VIA!
Dal non finito michelangiolesco al mio vediamo un pò come va a finire!


Gli studi...
Il Giorno, San Matteo e Schiavo che si ridesta (prigione)


 Il Crepuscolo



Schiavo giovane (prigione)



Schiavo barbuto (prigione)


 
Atlante (prigione)



Il Cristo della Pietà Bandini

Il bozzetto...



Il disegno al vero appeso nell'Atelier che non c'è


 La lastra di rame: 60x100cm. rame cotto, spessore 0,8mm.



Il disegno riportato a grandi linee sulla lastra



Le prime martellate...





... e qualcosa inizia ad emergere dal rame!



Un particolare...


Una ginocchiata...



Ho alzato un pò il gomito!




Il rame lavorandolo si "incrudisce" cioè diventa duro. Per farlo tornare malleabile occore "ricuocerlo".
In quest'occasione per ricuocerlo l'Atelier che non c'è si è temporaneamente trasferito presso la tana delle costruzioni di Vedano Olona









Lo shock termico causato dall'acqua aumenta il grado di ricottura.
 


Lo shock termico causato dall'acqua aumenta il grado di ricottura.

(Un grande GRAZIE a Sara Russo 
nella triplice veste di perfetta padrona di casa, collaboratrice e fotografa!)


E si ricomincia!



Un pugno esce dal rame...
 











Le prime crepe.
Il rame sbalzato guadagna volume sfogliandosi, vale a dire assotigliandosi aumentando la propria superficie.
Durante la lavorazione lo spessore diminuisce fino a venire a mancare. Normalmente è una situazione che si cerca di evitare per non dover intervenire saldando crepe e tagli.
In quest'opera invece voglio portare la lavorazione agli estremi e, pur sapendo che le crepe tenderanno ad allargarsi, non mi curo più di tanto di questi aspetti.
Anzi, in alcuni punti probabilmente cercherò di sfondare la lastra per dare più profondità al corpo.









Che emozione, spuntano i dentini!



Seconda ricottura.
E seconda trasferta dell'Atelier che non c'è presso la Tana delle costruzioni.



La lastra cotta



Raffreddamento



La lastra ora andrà pulita con le pagliette prima di tornare a lavorarla.












Lo specchio serve per controllare l'opera riflessa guardandola con occhi nuovi...





... e per studiare le posizioni da riprodurre.
Di solito.




La crepa alla base del mignolo è voluta.
Sfondando la lastra voglio provare a risvoltarla un pochino per riprodurre questo particoalrre in tutto tondo e dare ancor più profondità al bassorilievo.















Un bel lavaggio con una pozione magica e lastra è tornata rosa!



E gli ho cavato la pupilla...



Un taglio studiato per "far uscire" la mano sinistra e "sfondare" la spalla destra



Una crepa che si allarga per staccare la testa dal braccio sinistro



Un'altra crepa cercata per dare maggior forza al pugno che esce dal rame.



Lo sbalzo è finito!
Forse...
Non vorrei che insistendo nella lavorazione l'opera si "raffreddasse"!
Le crepe fatte intenzionalemente le ho allargate e modellate.
Quelle createsi perchè invece il rame non ce la faceva proprio più ho deciso di non tapparle. Avrei potuto saldarle, stagnarle o stuccarle. Ed è quello che pensavo di fare, fino a poco tempo fa.
Ma ora mi sembra giusto che quest'opera non sia altro che una lastra di rame.




Bronzatura "en plein air".
A differenza di quanto faccio di solito, cioè una bronzatura "classica" (sgrassando e pulendo la lastra, immergendola poi in un liquido apposito), ho preferito dare una patina più naturale.
Così ho bagnato la lastra con acqua lasciandola asciugare al sole.
Sicuramente il risultato sarà una patina non uniforme ma più espressiva. Spero.




15 luglio 2012
L'opera è terminata!

Ne ho parlato e scritto tanto nei 2 mesi in cui ci ho lavorato che adesso non so cosa dire!
Solo che la patina probabilmente non sarà quella definitiva. Anche perchè non ho messo alcuna vernice protettiva.
Non mi viene in mente nient'altro.
Sono stanco...






THE END(?)